mercoledì 7 maggio 2014

IL MATRIMONIO MASAI: I PARENTI DELLO SPOSO RICOPRONO LA DONNA DI INSULTI E STERCO DI VACCA


Tra il Kenya e la Tanzania, vive il popolo dei Masai che, considerati dei bellissimi guerrieri, riconoscono a se stessi qualcosa di aristocratico. I maschi delle tribù, intorno ai 14 anni, devono dare prova di coraggio trascorrendo un periodo lontano dalla famiglia per crescere, maturare e divenire degni di una sposa Masai.

 
A decidere del matrimonio di una ragazza Masai è il padre che sceglie il futuro marito della figlia quando lei è ancora in fasce.


Un giovane Masai si avvicina alle nozze intorno ai trent’anni, perché è in quel periodo della vita che è possibile stabilire se possiede la quantità di bestiame necessaria da offrire al futuro suocero in cambio della sposa.


Nella fase che precede le nozze, l’uomo può avere rapporti sessuali, ma solo con donne prepuberi oppure in post menopausa per evitare che siano concepiti bambini indesiderati fuori dal matrimonio. Lo stesso vale per la ragazza che, fra i nove e i tredici anni, è libera di consumare rapporti.


Nell’accogliere la futura sposa per la prima volta in casa propria, i parenti dello sposo la ricoprono di insulti e sterco di vacca. Il rito, nonostante appaia sgradevole, rappresenta una prova dal valore simbolico: poiché la vita è dura, bisogna rafforzare il carattere della fidanzata prima che diventi moglie.

 
Il giorno delle nozze la sposa si sottopone a un lungo rito di vestizione nella casa della propria famiglia. Le donne la circondano e la avvolgono con dei teli colorati chiamati lessi. Dopo la ragazza si siede sul letto e si lascia adornare con gioielli, prevalentemente di colore bianco. Quando è pronta, le viene posizionata dell’erba dentro le scarpe e poi, tenendo in mano un bastone per la pastorizia, la giovane lascia la casa del padre che le da la sua benedizione sputandole un sorso di latte sul collo. Secondo la tradizione, la sposa, una volta uscita dalla casa paterna, non dovrà più voltarsi indietro se non vorrà trasformarsi in una pietra.

Lungo il percorso verso la casa del futuro coniuge, le donne della famiglia le offrono in dono capre e vitellini. Lo sposo attende l’arrivo della sua futura consorte cuocendo della carne di capra alla brace, mentre le donne preparano per il banchetto un impasto di uova e farina chiamato chapati. Il momento più importante della cerimonia avviene quando la sposa arriva nella casa del marito. Qui, infatti, con il capo chino, si siede su una stuoia e riceve dallo sposo un recipiente formato da una zucca contenente del latte acido che lei deve bere per poi offrirlo ai bambini che le si avvicinano. Con questo gesto termina la cerimonia nuziale.

Presso i guerrieri Masai è consentita la poligamia, la discriminante è costituita soltanto da una questione economica. Più il marito è ricco, più mogli può concedersi. Il numero delle capanne varia proprio secondo la quantità di mogli e figli. La capanna della prima consorte va posta in un punto preciso, che solitamente si trova alla destra di quella del marito, mentre la seconda moglie sarà collocata a sinistra. A questo proposito, le regole sono ferree e i Masai restano molto fedeli alla tradizione.
 
 

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