lunedì 19 maggio 2014

GLI STATI UNITI ACCUSANO LA CINA DI CYBER-SPIONAGGIO


Si preannuncia una nuova fase nella lotta tra gli Stati Uniti e la Cina. Campo di battaglia: Internet. La giustizia americana accusa, infatti, cinque militari cinesi di cyber-spionaggio e furto di “segreti economici”.

Gli attacchi coinvolgono grandi imprese, in particolare quelle dei settori del nucleare, della metallurgia e del fotovoltaico. Tra le aziende presunte “vittime” di spionaggio figurano Westinghouse, Alcoa e United States Steel.

Secondo Eric Holder, il Segretario di Giustizia degli Stati Uniti, tali informazioni sono state utilizzate a beneficio di concorrenti cinesi di queste aziende, in particolare nel contesto dei negoziati commerciali.

Questa è la prima volta che gli Stati membri annunciano una causa penale contro un Paese straniero come la Cina, presentato spesso come il più aggressivo nei confronti degli interessi economici statunitensi.

Una società di sicurezza informatica americana, la Mandiant, ha pubblicato nel 2013 un rapporto per mostrare il coinvolgimento dell'unità 61398 dell'Esercito Popolare della Cina in decine di operazioni di spionaggio effettuate in vari settori dell'economia statunitense. Proprio i membri di questa unità sono, adesso, nel mirino della giustizia americana.
 
Sulla base di diverse fonti anonime dell'amministrazione statunitense, il New York Times ha rivelato che la NSA (National Security Agency) stava già seguendo da vicino venti gruppi di hacker cinesi penetrati nelle reti del governo e delle aziende degli Stati Uniti, tra cui Google. Almeno la metà di questi pirati sarebbe proveniente dai ranghi dell'esercito cinese.

Ma se la Cina ha preso l'abitudine di rubare i segreti economici degli Stati Uniti, è vero anche il contrario. Sempre il New York Times ha recentemente rivelato che la NSA è entrata all’interno dell’infrastruttura informatica IT di Huawei, un gigante cinese delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione.

(Nella foto, i pirati cinesi ricercati dagli Stati Uniti. Fonte: lemonde.fr)
 
 

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